Il gatto è un animale che 'sa vivere': è morigerato nell'alimentazione, dorme per un numero di ore considerevole, cura la pulizia del proprio corpo, ricerca luoghi tranquilli e salubri, non ama gli affollamenti e preferisce non avere troppi contatti con i propri simili. Ai fini della prevenzione delle malattie tutte queste abitudini sono ovvia mente positive, ma ciò nonostante anche i gatti si ammalano. Le malattie più frequenti possono essere suddivise in tre grossi raggruppamenti, basati sul cosiddetto agente eziologico e cioè sul tipo di responsabile: virus; batterio o parassita. I virus sono talmente piccoli da non poter essere visti con i comuni microscopi, danno origine a malattie virali caratterizzate da elevata contagiosità andamento rapido, difficoltà di cura con i mezzi oggi disponibili. I batteri sono visibili al microscopio, sono responsabili di malattie talora contagiose che possono però essere controllate con l'impiego di antibiotici e sulfamidici. I parassiti sono spesso visibili anche a occhio nudo, alcuni possono passare direttamente da gatto a gatto, altri richiedono un cosiddetto 'ospite intermedio e cioè un altro animale su cui compiere parte del proprio ciclo vitale; danno luogo a malattie a decorso lungo, poco diffusive.
MALATTIE VIRALI
Panleucopenia infettiva o gastroenterite infettiva
È caratterizzata da virulenza esplosiva e da alta mortalità Le vie di infezione possono essere molteplici .L'incubazione della malattia oscilla tra i 2 e i lO giorni. L'alta mortalità è frequente nei soggetti al di sotto dei sei mesi, minore negli adulti. Ad una fase febbrile, 39,5-40° fa riscontro un abbassa mento della medesima sino a valori molto bassi, 36-35°Dopo un esordio accompagnato da vomito e diarrea l'animale rimane accasciato e abbandonato sullo sterno in atteggiamento di assoluta prostrazione e inerzia .È opportuno rammentare ai proprietari degli animali che riescono a superare la malattia di non alimentare troppo precocemente il gattino per non farlo ricadere in una affezione gastroenterica più grave. Il veterinario di fiducia saprà suggerire le terapie più opportune. Per fortuna si dispone attualmente di un vaccino specifico che, se praticato all'animale quando non ha ancora contratto la malattia, conferisce una protezione efficace
Rinotracheite infettiva
Colpisce i giovani gatti, ha un'incubazione di 2-4 giorni, decorso variabile sino a 30 giorni o più I segni clinici sono rappresentati da un aumento della temperatura, a 39-40° che ha un andamento fluttuante; si hanno starnuti frequenti, muco nasale e oculare talvolta purulento. L'inappetenza e lo stato di prostrazione si prolungano parecchi giorni. Talvolta compare sulla punta della lingua una glossite ulcerosa. Si possono avere gravi complicanze broncopolmonari e morte, anche se con minore frequenza di quanto accade per la panleucopenia. Spesso nell'animale guarito rimane una rinite cronica che dura tutta la vita. È possibile una vaccinazione preventiva.
La rabbia
È una malattia infettiva e contagiosa anche per l'uomo. La trasmissione avviene tramite il morso o la saliva infetta. Il gatto è difficilmente contagiato. È disponibile un vaccino specifico.
MALATTIE BATTERICHE
Tubercolosi
Abbastanza rara nel gatto, che si contagia dall'uomo o, più frequentemente, mangiando polmoni e cuore di bovini infetti. Anche la via aerogena può essere fonte di infezione tramite starnuti che trasportano con minute gocce il germe dall'animale ammalato a quello sano. La malattia, che in genere colpisce gli animali più deboli e denutriti, può localizzarsi all'apparato respiratorio oppure digerente, essere acuta o cronica. Richiede un attento e accurato esame da parte del veterinario, che avvalendosi dei mezzi diagnostici collaterali, radiografie, esami dei secreti, può convalidare il sospetto diagnostico. È necessario infatti esaminare accuratamente ogni elemento a disposizione poiché purtroppo in caso di diagnosi positiva l'animale deve essere abbattuto, per evitare pericolo di contagio all'uomo.
Affezioni parassitarie
I parassiti sono ospiti indesiderati e dannosi che vivono a spese dell'organismo e provocano spesso gravi alterazioni generali e locali. La loro azione può essere tossica per immissione in circolo di sostanze nocive, spogliatrice per sottrazione di sostanze utili all'organismo e meccanica con lesioni locali. I sintomi più frequentemente rilevabili sono: vomito, diarrea, dimagrimento dell'animale, talora fenomeni nervosi con seguenti al riassorbimento di sostanze tossiche. Fortunatamente le parassitosi, pur essendo molto diffuse, offrono buone possibilità terapeutiche e possono essere agevolmente controllate se diagnosticate precocemente. Gli innumerevoli tipi di parassiti che infestano gli animali si suddividono in due grandi categorie: vermi tondi e vermi piatti. Tra i tondi ricordiamo gli ascaridi, parassiti con corpo lungo, liscio, allungato, con le e estremità appuntite. Essi depongono le uova nell'intestino dell'animale che le esita all'esterno con le feci. Le uova, molto resistenti, permangono a lungo nell'ambiente esterno. Le uova possono penetrare per via digerente nell'intestino del gatto che si è cibato di alimenti provenienti da terreni infestati o si è leccato le parti che sono venute a contatto con l'ambiente infetto.
Scabbia o rogna
È dovuta a un parassita che si localizza nello spessore della cute e provoca un intenso prurito. Il pelo sbiadisce e si dirada, sulla pelle si notano dapprima piccole aree infiammate, poi croste diffuse. Il gatto, grattandosi, può provocarsi delle ferite. Se la parassitosi è trascurata si diffonde su tutto i1 corpo provocando deperimento dell'animale. La terapia consiste in un'accurata detersione delle croste con soluzioni antisettiche, seguite da applicazioni di apposite sostanze antiparassitarie. È opportuno ricorrere a rigorose norme igieniche sia nei confronti del gatto (ricambio continuo del materiale su cui dorme, disinfezione di cestini da viaggio, vassoi, pettini ecc.) sia delle persone (impedire ai bambini di toccarlo, non lasciarlo salire su divani, letti o poltrone, lavarsi le mani dopo averlo toccato). La scabbia può trasmettersi all'uomo e, pur provocando lesioni limitate, deve essere adeguatamente prevenuta.
Micosi
In Italia le più comuni sono le forme cutanee o dermatomicosi. Parecchie specie di funghi patogeni ne sono responsabili. Le lesioni sono rappresentate da perdita di pelo, per lo più a chiazze, cute infiammata e scagliosa. L 'animale spesso cerca di grattare la parte colpita. Le micosi possono trasmettersi all'uomo; nel manipolare gli animali colpiti vanno adottate scrupolose norme igieniche. La diagnosi di queste forme morbose si avvale di indagini di laboratorio accurate. La terapia sia locale sia generale permette di ottenere buoni risultati; naturalmente è necessario evitare di avere eccessiva confidenza con gli animali anche durante il periodo di trattamento.
Le tenie
Le tenie del gatto sono di vario tipo: la Taenia taeniaeformis, il Diphilidium caninum, la Taenia pisiformis, la Taenia idatigena. Tutte necessitano di un ospite intermedio sul quale compiono alcune fasi della loro maturazione: i più comuni sono le pulci e i roditori. In presenza di tenie il gatto può accusare disturbi di vario genere, dolori viscerali, anoressia, diarrea, perdita di pelo. Con l'osservazione delle feci si evidenziano talvolta proglottidi di tenie che si muovono all'esterno di esse. La segnalazione da parte del proprietario al
veterinario del fenomeno è sufficiente a chiarire il problema diagnostico.
Otite parassitaria
È provocata da un acaro che si localizza nell'orecchio. Contrariamente alla scabbia non è trasmissibile all'uomo. I sintomi sono rappresentati da prurito e comparsa di cerume nerastro o croste all'interno del padiglione auricolare. Talora si possono notare lesioni alla parte posteriore esterna dell'orecchio; esse sono dovute al continuo grattamento attuato con le zampe posteriori. La terapia consiste dapprima nell'asportazione del cerume, successivamente nell'applicazione di sostanze acaricide. La pulizia preliminare è basilare per la riuscita del trattamento: si introduce olio di oliva tiepido, si massaggia leggermente l'orecchio e si asciuga l'olio fuoruscito con un batuffolo di cotone o con un bastoncino dalle punte ricoperte di cotone. Si ripete l'operazione prima di ogni applicazione del medicamento.
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