n Italia forse non sono molto diffuse, ma in altre parti d’Europa, sono considerate dei veri “gioielli viventi”, senza considerare la loro larghissima diffusione in Giappone ed in molti altri stati dell’Asia, dove sono addirittura considerati animali mistici. Di cosa sto parlando? Della Carpa Koi, naturalmente.
La Koi è considerata la varietà ornamentale della comune carpa (Ciprinus Carpio), dalla quale si distingue per la gran moltitudine di colorazioni e forme della maculatura del dorso.
Nell’iconografia classica giapponese, la Koi rappresenta la forza e la bellezza. La leggenda narra che, risalita con tenacia la corrente del fiume Giallo, arrivata ai cancelli del Paradiso, la Koi venne tramutata in Drago (altro animale mistico giapponese).
Intorno al 2000 a.C, in Giappone ed in Cina, cominciarono a sorgere i primi allevamenti di carpe, che venivano soprattutto richieste per contrastare la crescita delle alghe che infestavano le risaie.
Col passare del tempo, su alcuni esemplari comparvero maculature anomale per la specie. Solo anni dopo (1600 circa), grazie alla pazienza e alla passione di alcuni allevatori, si è giunti alla selezione di questi robustissimi pesci. Il criterio di selezione spinse alla riproduzione dei soli esemplari su cui apparivano macchie colorate, (presumibilmente le prime di colore rosso), da cui, dopo vari tentativi, si distinse il primo esemplare di Nishikigoi (tradotto, “velo colorato”) , abbreviato poi in Koi. Ad oggi si contano circa 23 tipi diversi Koi, che vengono divisi prevalentemente per colore della livrea.
Le koi, come del resto i loro parenti più comuni, sono animali molto longevi, tanto che, in alcuni casi, la durata della loro vita supera quella dei loro proprietari.
Fino ad adesso, in Italia, questo bellissimo ed appassionante hobby è stato abbastanza trascurato, in primo luogo a causa di una diffusa mancanza di confidenza nei confronti dell’acquariofilia in generale.
Nonostante questo, alla luce delle potenzialità che il nostro paese offre – a livello di clima e della quantità di spazi verdi disponibili – possiamo affermare, a ragione, che oggi è possibile dedicarsi questa passione in maniera ottimale. Purtroppo, il concetto di laghetto ornamentale non è ancora radicato nella nostra cultura e sono ancora poche le persone che riescono a capire quanto questo hobby possa essere una “ricercata tecnica” di abbellimento del proprio spazio verde, che aiuta a porre le basi affinché il proprio giardino sia, non solo luogo di svago, ma anche sede di meditazione e rilassamento, favorendo così il distacco da questa vita frenetica che tutti noi conduciamo, così lontana dalla natura. Allo stesso tempo, molte amministrazioni comunali potrebbero fare tesoro delle iniziative di molte città europee, dove l'acqua è un elemento molto presente nelle piazze cittadine, sotto forma di fontane ma anche di specchi d'acqua con elementi viventi come pesci e piante.
Chi ha la fortuna infatti di possedere un piccolo specchio d’acqua, sa che esso può favorire anche la coltivazione di particolari piante: oltre a dedicarsi all’allevamento di pesci, infatti, potrà ammirare anche la fioritura di bellissime specie vegetali, esotiche e non , esteticamente molto più adornanti delle comuni piante da vaso; il cui sviluppo è favorito, in generale, dal clima temperato di cui la nostra penisola gode.
In sintesi possiamo affermare che, un laghetto opportunamente curato, può rendere l’angolo di natura in cui è immerso un luogo veramente unico; nelle nostre città potrebbe rappresentare un oasi per proteggersi dagli stressor ambientali.
Non va poi sottovalutata la valenza puramente psicologica che ricopre l’elemento Acqua, da sempre millenaria protagonista di sogni, miti, religioni e tradizioni popolari, evocando così nell’uomo varie sfumature simboliche.
Vista come essa stessa generatrice di vita, ha ricoperto per secoli una grande importanza per lo sviluppo delle massime civiltà, sorte tutte in prossimità di corsi e fonti di acqua. Le risorse che scaturivano da questo elemento erano sostentamento per le popolazioni stesse, sia direttamente, data la sua funzione vitale per l’organismo, sia indirettamente, come elemento di irrigazione e coltivazione dei campi, fornendo quindi all’elemento Acqua un valore divino.
A questa importanza è legato l’ampio spazio dato a tale elemento nella mitologia umana, trovandosi ad assumere vari significati simbolici
Acqua come “Grande Madre Generatrice”: tale simbolismo è molto presente nella mitologia greca, dove numerose sono le divinità che nascono dai flutti o si trovano a vivere nelle profondità marine.
Acqua come luogo sconosciuto, dove riporre paure ancestrali, legate e simbolizzate dai mostri marini.
Acqua come “fiume salvatore” a cui affidare il destino o le sorti di un popolo intero; torna subito alla mente la storia di Mosè, affidato e salvato dalle acque nel fiume Nilo.
Acqua come “generatrice di rinascita” il che rimanda alla Cristianità e più precisamente al mito del Diluvio universale, in cui l’acqua con la sua forza distrugge ciò che è corrotto, per poi essere limo di rinascita, e al rito del Battesimo, dove l’acqua purifica la macchia del peccato originale.
Anche la psicoanalisi ha posto l’accento su questo elemento.
Nell’acqua, l’uomo passa i 9 mesi che lo separano dalla nascita, trovando nel liquido amniotico protezione e sostentamento. Per questo, a livello più inconscio, quest’elemento, sembra esercitare richiami ancestrali su ognuno di noi, indipendentemente dalla nostra cultura di appartenenza.
Il concetto di “Madre Acqua” è infatti presente nel patrimonio culturale di numerosissimi popoli, quasi ad indicare un universale bisogno di ritorno allo stato fetale, stadio in grado di attivare il bagaglio di potenzialità affettive filogenetiche, presenti nella nostra personalità.
Psicoanaliticamente, si potrebbe leggere ciò, come il desiderio archetipico, che si trova nell’intimo di ognuno di noi, di lasciarsi andare all’ambiente caldo e protettivo, risalente alla condizione uterina.
Per questo, l’acqua ricopre valenze fortemente positive: ad es. sognare di fare un bagno in mare, può essere interpretato come il bisogno del sognatore di rigenerarsi, rinnovarsi, lasciarsi indietro un passato, spingersi verso una nuova e più realizzata esistenza.
Non è quindi un caso che Koi, acqua e benessere psico-fisico, vadano a braccetto!
La Koi è poi un ciprinide altamente socievole, impara a cibarsi dalla mano che le viene posta a pelo dell’acqua e nei laghetti privati, non è raro vedere branchi di koi spostarsi da un lato a l’altro seguendo l’ombra dell’uomo che sta sulla riva o a bordo vasca. Non sarebbe da escludere il suo uso in contesti di sostegno psicologico con ausilio di animali, ad es. con ragazzi con problematiche relazionali o di iperattività.
Oltre alla socievolezza, possedere una vasca o un lago con degli esseri viventi così belli, rende il contesto naturale molto gratificante e rilassante. I movimenti sinuosi dei colori che affiorano e scendono nelle profondità dell’acqua creano un profondo senso di benessere e relax.
Provare per credere!
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