lunedì 15 marzo 2010

BIRMINGHAM :la più grande mostra canina del mondo,186 razze dall'alano al chihuahua

Abbaiare per vincere
A Birmingham la più grande esposizione del mondo: dagli alani ai chihuahua. Uno studio: i cani hanno un'etica, antica quanto quella dell'uomo
RICHARD NEWBURY
A Birmingham la più grande esposizione di cani del mondo: dagli alani ai chihuahuaBIRMINGHAM
Ventottomila cani e 160 mila cinofili sono da giovedì a Birmingham per la Crufts, il più importante concorso canino al mondo, sinonimo di cani di razza come Wimbledon lo è di tennis o Ascot di ippica. Quest’anno verranno giudicate 186 razze, dai maestosi alani - il nuovo campione mondiale è George, che vive in Arizona ed è alto 109,2 cm - al chihuahua, che può stare in una borsetta, nel manicotto o nell’incavo tra i seni.

Le regole
Queste razze sono state sviluppate attraverso selezioni darwiniane accelerate, in modo da svolgere svariati compiti al servizio del genere umano. Al concorso sono suddivise in sette gruppi, secondo il loro scopo: cani da lavoro e da pastore, terrier e Hound, cani da compagnia e da utilità, gundogs. Questa competizione permette di vedere non solo la bellezza funzionale dei cani, ma anche la misteriosa somiglianza tra cani e padroni. Chiunque può comprarsi un biglietto d’ingresso, ma i cani devono qualificarsi e per ottenere l’agognato CC (Challenge Certificate) nell’anno precedente devono piazzarsi nei primi tre posti in una esposizione nazionale o internazionale riconosciuta dal Kennel Club. I cani competono in modo gerarchico per la Miglior Razza, il Migliore di Gruppo e, nell’ultimo giorno, il Migliore dell’Esposizione: il sogno di ogni allevatore di cani. Il premio consiste di una coppa e cento sterline. Sono l’onore di vincere e il piacere di partecipare le molle che spingono sia il cane che il suo padrone.

Moralità canina
Fair play? Anche per il cane? Sembrerebbe strano, eppure un recente articolo di «Scientific American» sostiene che i cani non solo sono etici, ma hanno sviluppato la moralità in parallelo con gli uomini. Se cerchiamo le radici dell’etica umana nel regno animale, dobbiamo ignorare i nostri cugini scimpanzé e studiare il nostro fedele amico e i suoi cugini, lupi e coyote. Dalle caverne alle città, in ogni clima e in ogni cultura, i cani sono stati compagni di caccia e pastorizia, sentinelle impavide in caso di pericolo e modello di riferimento nella lotta per una moralità che regoli la nostra interazione sociale. Questi comportamenti - che includono altruismo, tolleranza, indulgenza, reciprocità, correttezza - sono evidenti nel modo egualitario in cui lupi e coyote giocano tra di loro. Una pratica che, regolata da un rigido codice di comportamento come il gioco del calcio, serve per insegnare ai cuccioli quelle regole dell’impegno sociale che fanno prosperare il gruppo.

La società
Il gioco serve a creare quei rapporti di fiducia che rendono possibile la divisione del lavoro, l’accettazione delle gerarchie e la cooperazione per cacciare, allevare i piccoli e difendersi. Ora, dato che l’organizzazione sociale canina assomiglia molto a ciò che gli antropologi ci dicono delle società umane primitive, studiare il gioco dei canidi ci permette di dare un’occhiata al codice morale che permise ai nostri antenati di fiorire fino al nostro presunto elevato status di «proprietari», non solo di cani ma della creazione.

Le regole
Allora, se uomo e cane si sono sviluppati giocando secondo regole precise, quali potrebbero essere queste regole? Eccole in sintesi:
1) Comunicare chiaramente. Se vogliono giocare, gli animali si accovacciano sulle zampe anteriori e sollevandosi sul quelle posteriori. Mostrare i denti, mordere o ringhiare non sono considerati veri segnali di lotta e la fiducia è fondamentale per un gruppo sociale funzionante.
2) Stare attenti al comportamento. «I modi fanno l’uomo», o il cane. Gli animali e i bambini valutano l’abilità nel gioco del loro compagno e possono autolimitarsi e scambiare i ruoli per mantenere la lotta su un piano di parità. Un cane dominante si rotolerà sulla schiena offrendo sottomissione per consentire al partner più debole di avere un turno da «vincitore». Mantenere il gioco corretto significa che ogni membro del gruppo può giocare con gli altri, e questo crea legami che mantengono il gruppo forte e coeso.
3) Ammettere gli errori. Se, giocando, il cane morde troppo, si scusa con il suo «bau» e chiede perdono in modo che il gioco possa continuare. Quasi sempre il perdono viene offerto e tutto può continuare.

L’onestà Le scuse, come l’invito al gioco, devono essere sincere. Chi è scorretto viene ostracizzato. La ricerca mostra come i giovani coyote che non giocano lealmente vengano costretti a lasciare il gruppo e di conseguenza siano 4 volte più esposti alla morte. La correttezza è un adattamento evolutivo essenziale che permette di stabilire legami sociali. I canidi, come gli umani, formano reti sociali basate su regole del gioco che mantengono una società stabile, unica garanzia di sopravvivenza per gli individui.

Alla Crufts i cani giocano pulito. Si spera che lo facciano anche gli umani meno beneducati che quei cani portano con sé come membri del loro gruppo. Io comunque concordo con quanto scrisse Toussenel nel suo «l’Esprit des betes» (1847): «Più conosco gli uomini più amo i cani».
http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=1632&ID_sezione=339&sezione=

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eb