OCCHIOBELLO
Il primo cittadino lancia l'appello: "Cittadini e associazioni ci aiutino". Secondo Pegorari questi animali hanno bisogno di cure, cibo e tanto affetto
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Occhiobello, 10 gennaio 2009 - E’ una vera e propria situazione d’emergenza quella che si sta verificando ad Occhiobello, il paese dell’Alta Polesine che ha accolto i 170 cani provenienti da un allevamento lager di Ravenna. A denunciarla è lo stesso sindaco Natali che chiede l’aiuto di tutti i cittadini.
La vicenda risale agli ultimi giorni dell’anno scorso, quando, il 28 dicembre, il Nucleo specializzato per la tutela degli animali del Gruppo Forestale ha messo a segno il blitz sequestrando 250 cani, per la maggior parte di razza Pointer.
Alcuni di questi sono stati ‘ospitati’ in alcune strutture emiliane, nel modenese e reggiano, ma la maggior parte sono giunti ad Occhiobelo, grazie alla disponibilità e generosità di Carlotta Pegorari titolare con il marito della pensione ‘Bau Bau Micio Micio’.
Un’operazione resa possibile grazie all’associazione di volontariato ‘Animal Liberation’, attraverso documentazione fotografica e video che hanno agevolato le indagini permettendo alla Forestale di porre fine ai maltrattamenti sistematici che sarebbero avvenuti all’interno dell’allevamento.
Sevizie e maltrattamenti che si sarebbero verificati in una struttura di proprietà di un veterinario che, invece, dovrebbe curare gli animali.
A Occhiobello, intanto, le cose si stanno complicando e la situazione rischia di diventare insostenibile.
"I 170 cani sequestrati — scrive in una nota il sindaco, Gigliola Natali — e provenienti da Ravenna, oggi ospitati nella pensione per animali Bau Bau Micio Micio di Occhiobello hanno creato una situazione di emergenza che si protrae da giorni. Oltre al sostegno dell’Ulss, si sono già attivati volontari per portare aiuto ai gestori della pensione che egregiamente stanno compiendo il proprio lavoro. Le esigenze, però, sono tante perché il numero di animali è elevato. Chiedo ai cittadini e alle associazioni di volontariato che lo volessero, di mettersi a disposizione, per quanto possibile, affinché le condizioni di questi animali possano essere migliorate".
Nella struttura di Occhiobello, oltre al profuso lavoro di Carlotta Pegorari e marito, si è aggiunto spontaneamente l’impegno dei volontari delle associazioni ‘Animal Liberation’ e del Centro Soccorso Animali di Modena. In questi giorni sono intervenuti anche i volontari della protezione civile di Occhiobello, i quali hanno provveduto all’installazione di otto fari.
"Una situazione difficile da gestire — spiega Carlotta Pegorari — ma il grande affetto che abbiamo verso questi cagnolini ci spinge ad andare avanti. Ringraziamo tutti i volontari e la protezione civile che si stanno prodigando per questa causa. I cani sono stati tutti visitati, molti di loro presentavano cicatrici e segni dei maltrattamenti. Stiamo facendo tanto ed abbiamo paura che ritornino in quel ‘lager’".
I 170 cani, per ora, non possono, purtroppo, essere affidati ad altre persone, in quanto c’è ancora la disposizione di sequestro. Le necessità più impellenti sono diverse: dalla raccolta di fondi per sopperire alla necessarie cure sanitarie, al cibo di tutti i giorni.
"Questi cani — conclude Carlotta Pegorari — hanno subito troppi maltrattamenti. Quindi, abbiamo bisogno di persone che vengono per instaurare con loro un ‘rapporto d’amore’, hanno bisogno di essere coccolati e capire che qualcuno prova affetto per loro. Ci sono molte spese che dobbiamo sostenere, occorrerebbero fondi per sopperire alle spese sanitarie".
di Mario Tosatti
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