venerdì 19 dicembre 2008

I veterinari: chi ama i cani non compra razze ogm

Paolo Giorgi *
Cani da borsetta troppo piccoli per stare in salute, cani dal muso schiacciato che respirano male, cani enormi che soffrono di dermatiti croniche, cani che non possono partorire se non col cesareo perché i cuccioli hanno la testa troppo grande.Home
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Sembra una galleria degli orrori, non è altro che un assaggio di un dramma sottovalutato: quello dei cani da pedigree, animali di razza apprezzatissimi, frutto di incroci genetici spesso spregiudicati, che li rendono più belli ma assai più malati e infelici dei loro "cugini" poveri.
È l'allarme degli esperti del Comitato bioetico per la veterinaria (Cbv). «Noi chiamiamo il fenomeno "maltrattamento genetico", denuncia Pasqualino Santori, veterinario e presidente del Cbv. "Scelte di allevamento che puntano a soddisfare i desideri di un pubblico di acquirenti attratti dall'aspetto dei cani senza tener conto delle conseguenze sulla salute e il benessere di questi animali». Un abominio frutto di volontà di guadagno a tutti i costi, ma reso possibile dall'ignoranza degli utenti, che scelgono i cani senza sapere di acquistare (e indirettamente incentivare) un vero e proprio inganno genetico. Gli esempi sono molti, e agghiaccianti. A partire dal "cane da borsetta", e da tutti i cani di minuscola taglia che sono il vero status symbol di nobildonne e dive, immortalate a passeggio con l'immancabile codazzo di chihuaua e carlini. «Troppo piccoli per funzionare», li bolla Santori. Il carlino ha problemi respiratori cronici, il chiuaua, piccolo in maniera innaturale, soffre di gravi problemi cerebrali. Il King Cavalier soffre di patologie neurologiche, mentre lo sharpey (nella foto sotto), altro cane di piccola taglia, soffre di dermatiti acute.
Il caso più emblematico è quello del bulldog: «Si tratta - spiega Santori - di un cane con la testa molto grossa rispetto al corpo e con il muso schiacciato e le gambe anteriori arcuate. Tutti questi caratteri portati all'estremo determinano tre tipi di sofferenze: l'impossibilità per la madre di partorire i cuccioli da sola, un serio rischio articolare, serie difficoltà respiratorie». Gli esperti veterinari chiedono interventi immediati: anzitutto, spiega Santori, i cani di razza "dovrebbero essere venduti con un biglietto che spiega all'acquirente i rischi genetici a cui va incontro l'animale che si è appena comprato. Un'avvertenza che dovrebbe sempre accompagnare l'acquisto di certe razze particolarmente stressate sotto il profilo genetico. Nel tempo, l'obiettivo è quello di "arrivare al divieto di queste manipolazioni genetiche. Pur tenendo conto degli interessi economici in gioco e dell'interesse di tipo culturale avanzato da alcuni per queste razze, sarà necessario definire un limite di tempo entro cui interrompere la produzione di cuccioli di razze o di linee di sangue per cui non si sia raggiunto un adeguato livello di sicurezza nei confronti della probabilità di rischio di alterazioni fisiche. Questa moda deve finire - scandiscono i veterinari - e la gente deve sapere che non si può dirsi animalisti e aderire alle cause pro animali e poi acquistare cani destinati a soffrire solo perché sono 'belli' o costituiscono un irrinunciabile status symbol".
Pronto l'appoggio del sottosegretario alla Salute Francesca Martini: «Dobbiamo chiederci in che misura l'uomo abbia diritto di intervenire sull'animale senza ledere la sua salute e la sua dignità».

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