I surfisti delle correnti | |
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CARLO GRANDE | |
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I coccodrilli marini (Crocodylus porosus), che gli australiani chiamano affettuosamente «salati», sono animali di stazza impressionante - possono raggiungere anche i 7 metri di lunghezza e superare la tonnellata di peso – e vivono principalmente nei fiumi, nelle paludi di mangrovie e negli estuari di un'area molto vasta, dalle acque salmastre e dolci dell'India orientale, all'Asia sudorientale, al Nord Australia. Un maschio di taglia media può raggiungere i 5 metri di lunghezza e i 450 chili di peso e, stante che la fame è proporzionale alla mole, non stupisce si possa mangiare tranquillamente un uomo. La fama di grandi nuotatori non l’hanno mai avuta, ma li si incontra spesso in mare aperto. Adesso si capisce perché: potendo sopravvivere per lunghi periodi nell’acqua salata senza mangiare o bere, riescono a coprire ampi bracci di mare, sfruttando le correnti di superficie. «Questo – ha detto il dottor Hamish Campbell dell’Università del Queensland - non solo spiega come questi coccodrilli si siano spostati da un’isola all’altra, ma getta anche nuova luce sulla teoria che i coccodrilli abbiano attraversato immense distese d’acqua durante l’evoluzione della specie». Per giungere alla sensazionale scoperta gli scienziati hanno applicato dei sonar su 27 coccodrilli ed hanno poi seguito i loro movimenti per circa un anno. E’ emerso che sia i maschi che le femmine nuotavano in media per più di 50 chilometri in mare aperto: uno degli esemplari - di circa 4 metri - ha coperto una distanza di 590 chilometri in 25 giorni, utilizzando nel suo viaggio le correnti stagionali. Un collega di stazza poco inferiore ha nuotato per più di 400 chilometri in appena 20 giorni, anche lui surfando sulle correnti di superficie per giungere a destinazione. Pur cibandosi soprattutto di serpenti, uccelli, tartarughe e pesci (a volte, come nel Kakadu National Park in Australia risalgono i fiumi e aspettano ai piedi delle cascate che le loro vittime, grandi pesci detti «barramundi», caschino letteralmente nelle loro fauci), non è raro che i coccodrilli in mare aperto entrino in conflitto con squali grigi e squali tigre: in questo caso se la giocano alla pari, come con le tigri, a patto però che la lotta avvenga vicino all’acqua o addirittura nell’acqua, dove i felini sono ovviamente svantaggiati. Sulla terraferma, naturalmente, è un'altra partita, come mostra un celebre filmato che raffigura una tigre mentre uccide un coccodrillo (cercare su Youtube «Tiger vs crocodile», pochi fotogrammi che non si dimenticano). Naturalmente i coccodrilli non disdegnano il bestiame: si appostano - pazienti come tutti i predatori - sotto la superficie dell’acqua, vicino alle sponde, in attesa che una potenziale vittima si fermi per bere. A quel punto schizzano fuori dall'acqua, battendo la potentissima coda e trascinano in mare la vittima - qualsiasi animale riescano ad afferrare tra le mascelle, compresi bufali, scimmie e cinghiali - tenendola sott’acqua finché non annega. Le femmine sono più piccole dei maschi e depongono le uova all'interno di nidi di foglie e rami; i piccoli, quando nascono, restano per i primi mesi con la madre, nutrendosi di insetti e anfibi. Al solito, il peggior nemico di questo animale è l’uomo: si stima ne esistano fra i 200 e i 300 mila esemplari, sparsi nel mondo, ma sebbene la specie sia considerata a basso rischio di estinzione non è tuttavia «fuori pericolo». La pelle del coccodrillo di mare è considerata la più pregiata di tutte e la caccia illegale, la scomparsa dell’habitat e la sua pessima reputazione (è il predatore principe dell’Australia, ne sapeva qualcosa mr. Crocodile Dundee, proprio nel Kakadu National Park) non ne favoriscono certo la sopravvivenza. |
lunedì 14 giugno 2010
Il coccodrillo come fa?Qualità e curiosità di questo animale
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