Il patentino per i proprietari dei cani, e il relativo percorso formativo per ottenerlo, è «un'opportunità di crescita civile che consente di avere proprietari più responsabili e cani educati», oltre che aiutare a «combattere il randagismo». Questo il pensiero del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, nel corso di un incontro, oggi al ministero - con associazioni, medici veterinari, l'Anci e l'associazione dei piccoli comuni - per fare il punto della situazione - a poco più di quattro mesi dalla pubblicazione in Gazzeta ufficiale - sul cosìdetto 'patentinò, il percorso formativo, per i proprietari di cani. Per l'attuazione della formazione, che «non è una proposta ma una legge - osserva Martini - il ministero esce dal palazzo e sta con i cittadini: oggi è iniziato un dialogo. Spero che possa instaurarsi un filo diretto con il territorio per mettere a punto un percorso virtuoso, con la volontà del ministero di mettersi a disposizione», e di coinvolgere «le regioni, i comuni, le Asl, i medici veterinari, le università e le associazioni». Il percorso formativo in questione - quello di base è di 10 ore suddivise in 5 incontri da 2 ore ognuno - è «obbligatorio solo per i proprietari di cani che hanno già mostrato aggressività o sono stati segnalati dalla Asl o dai veterinari. Ma non riguarderà la stragrande maggioranza dei cittadini» pur essendo un momento di «crescita civile».
Il patentino funziona, spiega, dove già ci sono «virtuosità, come per esempio a Perugia e a Milano». Inoltre, un percorso del genere - osserva Martini - «combatte anche il deprecabile fenomeno del randagismo e dei canili lager». Il patentino, conclude il sosttosegretario, servirà «ai proprietari di cani per meglio capire la relazione uomo-cane e imparare a essere oltre che dei buoni cittadini anche dei buoni proprietari»http://www.leggo.it/articolo.php?id=58876
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