(AGI) - L'Aquila, 21 apr. - "L'aumento della temperatura insieme al fenomeno del turismo con 'cane al seguito', favoriscono la diffusione della leishmaniosi nel nostro Paese, che oggi sta diventando endemica anche al di fuori dei focolai tradizionali" - precisa Luigi Gradoni, Reparto di Malattie Trasmesse da Vettori e Sanita' Internazionale, Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate, Istituto Superiore di Sanita' (ISS) - "le uniche aree attualmente non endemiche sono i centri urbani delle citta' medie e grandi, la pianura padana e i rilievi montuosi sopra i 400-800 metri".
Aumentano le aree endemiche e aumenta, dunque, il rischio di contrarre l'infezione, anche per l'uomo. Nella stragrande maggioranza dei casi l'infezione decorre nell'uomo in maniera totalmente asintomatica e solo in una piccola parte della popolazione, invece, l'infezione provoca la malattia: sono circa 200 i casi l'anno di leishmaniosi viscerale. Pochi sanno quali siano i rischi del contagio. Ancora oggi non esiste un vaccino anti-leishmania per uso umano o canino e quindi l'unica profilassi disponibile rimane la prevenzione dalla puntura del flebotomo adottando alcune precauzioni per limitare la possibilita' che il cane contragga la malattia. "La lotta alla diffusione della malattia si fonda sulla protezione del contatto con il patogeno responsabile dell'infezione attraverso l'applicazione nei mesi piu' a rischio, quelli estivi, di medicinali veterinari 'no feeding' o 'anti-feeding' (che impediscono al vettore di compiere il pasto di sangue) e quindi di trasmettere il parassita - afferma Marco Melosi, Vice Presidente Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) - sono molto efficaci specialita' medicinali veterinarie per uso 'topico' a base di piretroidi di sintesi, come il collare impregnato di deltametrina, a lento rilascio, che garantisce una protezione per 5 mesi nei confronti della puntura dei flebotomi o pappataci". "Il medico veterinario deve in primo luogo tenere l'animale sotto sequestro fiduciario al fine di isolarlo, in particolar modo nei riguardi dei bambini, degli anziani, degli immunodepressi e degli altri cani. Sempre al medico veterinario del SSN spetta la disinfestazione degli ambienti dove vive l'animale e l'applicazione di presidi 'no-feeding' come il collare a base di deltametrina durante tutto il periodo di attivita' del vettore (aprile-ottobre) per impedire la diffusione della malattia fino a guarigione clinica avvenuta che dovra' essere certificata dal veterinario curante - sottolinea Aldo Benevelli, Vice Presidente Ordine Medici Veterinari di Roma e provincia. (AGI) Com/Ett
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