ROMA - Cani e bambini molto piccoli: un binomio che evoca allegria e giochi infantili ma che, in determinate condizioni e con alcuni tipi di cani, puo' nascondere rischi e pericoli.
Per evitarli e' utile sapere che, a parte eccezioni che in questo campo 'non fanno la regola', i cani da lavoro (da caccia o da riporto, come Labrador e Golden Retriever, e i Terranova) hanno geneticamente una tolleranza e una pazienza maggiore, anche con i bambini.
D'altro canto, i cani pastori, selezionati nei secoli per fare i guardiani (di gregge, ad esempio, come i maremmani ed altri) hanno un forte senso della territorialita' "che mal si sposa con la convivenza con un bambino", afferma lo psicologo canino Luigi Polverini, fondatore del Centro Studi Cani e Cultura. "Prendere il primo cane che capita - spiega - e' una scatola chiusa. Con i bimbi meglio scegliere cani che per il loro passato genetico garantiscano sicurezza".
Ci sono poi cani selezionati per i combattimenti (tra questi i Pitbull) che potrebbero scatenare aggressivita' piu' di altri, spiega Claudia Lovato, veterinaria comportamentalista membro della Scuola di Interazione Uomo-Animale del professor Roberto Marchesini.
Se e' vero dunque che non esistono 'cani da bambini' (un cane non va mai 'regalato', un bambino non e' in grado di capire cosa comporti), ci sono pero' quelli per vocazione piu' portati per questa convivenza. I due esperti precisano che qualsiasi cane vada educato fin dai due-tre mesi. Non solo regole ma un rapporto di stima reciproca, di rispetto, di allegria. Se il cane e' meticcio si parlera' di 'soggetti' piu' o meno adatti. Le razze esprimono un'attitudine tendenzialmente omogenea, voluta dall'uomo con le selezioni.
"Spesso - nota Lovato - gli stessi adulti non riconoscono che il cane e' diverso da noi e lo umanizzano. Invece e' un animale sociale e gerarchico, con comportamenti e bisogni differenti". "L'adulto - spiega inoltre Polverini - puo' costruire un rapporto di rango. Il cane non riconosce invece un ragazzo fino a 16 anni come superiore".
In ogni caso e' buona regola non lasciar solo il bambino con nessun cane e captare al volo lo stress dell'animale. Le fasi di maggior rischio della convivenza, con animali non equilibrati, sono tre. Quando il bimbo e' neonato perché in casa vi sono abitudini e odori nuovi o perché il piccolo strilla; il gattonamento, perché puo' esserci un'invasione del territorio; l'adolescenza, specie se cane e ragazzo sono entrambi adolescenti. E il gioco della lotta, in cui l'animale 'prova' le forze per vedere qual e' il suo posizionamento gerarchico, potrebbe diventare lotta reale. Come comportarsi quando in casa c'é un cane ed arriva un bimbo? La nascita di un neonato deve essere momento di partecipazione, mai di privazione.
"E' buona norma preparare l'animale. Due mesi prima - consiglia Polverini - si puo' comprare un bambolotto e simulare tempi e abitudini nuove: cambiare il pannolino e preparare le pappe". Nel momento in cui il bebé e' arrivato non si puo' stornare del tutto l'attenzione dal cane. L'animale - prosegue - non va tenuto a distanza, ma se evita il bambino l'incontro non va forzato. Bisognera' aspettare che prevalga la curiosita' istintiva del cane. Tutto cio' - avverte l'esperto - e' realisticamente possibile se l'animale e' equilibrato, educato e pro-sociale. Ci sono cani piu' propensi ad un lavoro con l'uomo, con una socialita' spiccata, piu' portati a conoscere delicatamente i nuovi arrivati. Altri lo sono decisamente meno". (ANSA)
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